Onorevoli Colleghi! - La città di Verona è stata dichiarata dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) città patrimonio dell'umanità e una parte significativa, forse, di questo riconoscimento dipende anche dalla straordinaria caratteristica di una passata funzione militare, che Verona ha messo insieme nei secoli. Si parla di un complesso di fortificazioni, forse unico in Europa, accomunate, come tante gigantesche opere difensive, da un comune destino di non essere mai utilizzate come tali.
      Nel suo spazio urbano e suburbano sono visibili ancora oggi opere monumentali che formano un repertorio di quasi duemila anni di storia dell'arte fortificatoria. Tuttora restano imponenti i resti della città fortificata romana, il perimetro della città murata scaligera con i castelli urbani, la struttura della fortezza veneta, la grandiosa disposizione della piazzaforte asburgica, cardine del quadrilatero.
      La cinta muraria urbana, nel suo assetto definitivo, ha uno sviluppo di oltre nove chilometri e occupa quasi cento ettari con le sue opere: torri, cortine, rondelle, bastioni, fossati, terrapieni, spalti.
      Nessuna città in Europa possiede opere di fortificazione più interessanti, per la loro estensione, per la qualità artistica e tecnica e per il loro campionario, esteso su un ampio arco storico, come un compendio dal vivo delle fortificazioni, dall'età romana alla fine dell'ottocento. Queste preziose testimonianze storiche e monumentali sono sopravvissute alle distruzioni dell'ultima guerra, ma sono rimaste soffocate da uno sviluppo urbano che ha portato, in molti casi, alla perdita irrimediabile di opere di grande valore.

 

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      Per certi versi se le mura non hanno protetto o, meglio, non hanno avuto la necessità di proteggere operativamente dagli eserciti nemici, probabilmente, in compenso, molto del verde che oggi vi è in città dipende in maniera determinante dalla presenza delle mura.
      Le mura hanno, quindi, consegnato alla città un patrimonio non solo architettonico, ma anche ambientale, che deve sicuramente essere migliorato e a cui vanno date delle funzioni precise, perché costituisce un legame importante con la storia della città.
      Sostanzialmente, la città ha ereditato un patrimonio architettonico e ambientale assolutamente straordinario.
      Per quanto riguarda la parte delle mura della cinta magistrale, chiaramente la vocazione di queste zone è quella di andare a costituire un futuro parco urbano in una città che è talmente bella da essere essa stessa un parco.
      La cinta muraria deve dunque ritrovare la sua unità in un unico parco storico monumentale, le cui singole parti devono recuperare la loro denominazione storica.
      L'obiettivo della presente proposta di legge è quello di istituire il Parco della Cinta magistrale di Verona, predisponendo una serie di norme finalizzate alla tutela e alla valorizzazione dell'area interessata.
      Le funzioni alle quali il Parco deve assolvere possono essere individuate, in primo luogo, in quelle determinate dalla presenza dei resti archeologici e, quindi, nella tutela e nella conservazione dei monumenti e dei reperti.
      A ciò è da aggiungere la ricerca scientifica, che andrà estesa a tutta l'area del Parco.
      Infine, la fruizione integrata dei diversi elementi che compongono il Parco, da quello storico-archeologico a quello naturalistico-ambientale.
      Per il raggiungimento di questi scopi il Parco deve essere dotato di una serie di infrastrutture necessarie sia per l'attività di tutela e di ricerca (magazzini, laboratori di restauro, biblioteca, archivi, foresterie, recinzione, corpi di guardia), sia per la pubblica fruizione (biglietteria, posti di ristoro, servizi, visitor center, museo).
      L'articolo 1 prevede l'istituzione del Parco del comprensorio della Cinta magistrale di Verona.
      L'articolo 2 disciplina le finalità del Parco.
      Gli articoli 3 e 4 stabiliscono gli organi di gestione del Parco e la predisposizione del relativo statuto.
      L'articolo 5 disciplina la gestione finanziaria del Parco, mentre l'articolo 6 predispone la pianificazione e i programmi di intervento.
      L'articolo 7 dispone la copertura finanziaria.
 

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